Creazioni

Creare, riciclare, rinnovare

Creare: dare vita a qualcosa; l’ideazione, l’invenzione e l’esecuzione materiale di un’opera, sia essa un poema, una sinfonia, un quadro, un nuovo modello di abbigliamento, un monumento, una macchina, …; il momento in cui si crea.

Le motivazioni che spingono a creare possono essere diverse come la curiosità di realizzare un’idea, il piacere di impegnarsi in un lavoro manuale o la semplice gratificazione che si ha creando qualcosa fatto da sé.

Quando ho iniziato a creare?
Credo da molto piccola, come un po’ tutti.
Sono stata una bambina fortunata perché ho sempre avuto tanti giocattoli con i quali giocavo molto aggiungendo sempre una ricca dose di fantasia: usavo i pentolini in giardino “cucinando” gustose pietanze con il fango, la terra, la ghiaia, le foglie.

Ma i giochi con cui mi divertivo di più, in realtà, erano quelli che ideavo con tanta immaginazione: il dondolo e l’amaca diventavano un’automobile per andare in diversi posti, o una macchina del tempo per avventure misteriose; con le lenzuola e le coperte costruivo capanne “lussuosissime” dotate di ogni comfort o più spartane per un campeggio in cameretta.

A 5 anni avvolta in un plaid
che usavo per costruire
le mie capanne

E poi, come mi piaceva arredare improbabili case per le bambole! Utilizzavo gli oggetti che avevo intorno a disposizione e per me il gioco in definitiva era quello, infatti, una volta pronta l’abitazione, con le bambole alla fine mica ci giocavo!

Con i travestimenti poi ero un asso (e lo sono ancora!).

Alle elementari, quando la maestra dava da inventare una favola, quello era il mio momento scolastico favorito; il tema di italiano preferito da svolgere nelle ore di verifica in classe o per compito a casa era quello a traccia libera ovviamente. Durante l’adolescenza la scrittura è stato il mezzo attraverso il quale esternare a mio modo la fase evolutiva che stavo vivendo: pagine di diario in cui mi rivelavo, lettere in cui raccontavo il più e il meno alle cugine e alle amiche lontane, bigliettini scambiati tra compagni di classe in mezzo ai banchi di scuola.

Ma se devo individuare un periodo in cui la mia indole creativa incominciava a liberarsi, credo sia stato quando, non avendo la possibilità di fare grandi regali per Natale, ho iniziato a produrre piccoli pensieri fai da me tra le mura domestiche, in compagnia della mamma: dalle candele con la cera gel, passando alle bottigliette con il sale colorato con i gessetti; dai primi semplici bijoux, ai piccoli oggetti di decoupage

Da lì in poi, sperimentando in diversi campi, con differenti materiali e cercando sempre idee nuove per nuovi progetti, creare è diventata una vera passione!

Cerco l’ispirazione in ogni dove e, poiché questa mi può cogliere in qualsiasi momento, è indispensabile che abbia sempre con me un taccuino, carta e penna, dove fissare un pensiero che mi balena per la mente o buttar giù uno schizzo di qualcosa che ho visto, quando mi è impossibile fotografare una qualsiasi cosa che in qualche modo potrei riprodurre o reinventare (come ad esempio un capo d’abbigliamento in una vetrina, un accessorio indossato da una persona sul bus, un oggetto particolare ad una fiera).

Quando vado in giro per commissioni ed entro in un negozio per ciò che sto cercando, finisce quasi sempre che trovo e compro anche qualcos’altro che ritengo possa essermi indicato per un altro progetto futuro o non ancora ideato.

Sono diventata una vera ed incurabile accumulatrice seriale! Perché alla fine tutto può sempre venir utile, può sempre servire, può essere riutilizzato. Quello che per tanti è materiale da cestinare per me può essere destinato al riciclo: benché non mi sia ancora spinta veramente a rovistare nell’immondizia, ho raccolto pallet, cassette di legno e poco altro lasciato accanto ai bidoni della spazzatura.

Parenti ed amici prima di dar via o buttare qualcosa che potrebbe interessarmi mi interpellano ed io passo a selezionare: mi tengono da tempo immemore tappi di sughero, gabbiette dello spumante, grette delle bottiglie, capsule del caffè vuote; nastrini, tulle, sacchettini, scatolette, bigiotteria, eccetera.

Bigiotteria da riciclare

Molti mi cedono anche vestiario che, per questione di taglia od interesse, non portano più; adoro soprattutto gli abiti vintage: ho indossato, e lo faccio ancora, capi di tutta la famiglia.
Alcuni vestiti, grazie alle abilità da sarta della mamma (non so cucire, lo so, per una creativa è una “grave” pecca!), sono stati adattati e modificati secondo il mio gusto ed estro.

Amo frequentare mercati e mercatini dell’usato. Amo dare un’altra vita ad un oggetto che si porta dietro la sua storia; riattare un mobile su cui sbizzarrire la mia inventiva per provare qualche tecnica nuova, o solo per avere l’occasione di scartavetrare e pitturare un po’; trovare proprio il pezzo giusto che cercavo che sia da restaurare o no: tutto mi dà una gran soddisfazione!

La mia casa (e la soffitta!), oltre ad essere una vera succursale di una cartoleria, sono piene di qualsiasi materiale:

  • tappi di ogni genere;
  • contenitori per alimenti di ogni forma e dimensione;
  • vasto assortimento di nastri, bottoni, stoffe, attaccapanni della lavanderia;
  • cestini, scatole;
  • stecchi, mollette, scarti e decorazioni di legno, avanzi di piastrelle;
  • pitture, smalti, vernici, differenti strumenti e attrezzi;
  • sabbia, sassolini;
  • perline, minuteria per bigiotteria;
  • gusci d’uovo, di frutta secca, bucce e fiori secchi…

e molto, molto altro ancora.

Ma i miei migliori alleati, fondamentali per la maggior parte dei miei progetti, sono l’insostituibile scotch biadesivo e l’immancabile colla a caldo!

I miei “amici fidati”: biadesivo e colla a caldo

Col passare degli anni continuo a sperimentare in differenti campi mettendomi alla prova, ma alla fine mi ritrovo a concentrare spesso le mie capacità creative in quello per cui mi sento più portata e mi diverte di più.
Creare, nel tempo, è diventato non solo un modo per evadere, ma un modo per esprimermi in più ambiti della vita e, soprattutto ultimamente, una vera e propria attività terapeutica.

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