La margherita
La margherita è, sempre resterà, uno dei fiori più belli e semplici che la natura ci abbia mai regalato.
NOME SCIENTIFICO: Leucantheum vulgare, dal greco leukos (bianco) e anthemon (fiore).
FAMIGLIA: Asteraceae
DESCRIZIONE: E’ una pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente nei prati, sulle strade e nei terreni incolti di tutta Europa, anche se è originaria del Tibet.
La sua altezza varia dai 30 ai 100 centimetri.
FUSTO: Eretto, esile, grinzoso e poco ramificato.
FOGLIE: Le foglie basali, quelle che si trovano alla base della pianta, si presentano a lamina obovata, ristretta alla base, dentellata ,e, a volte, inciso-lobata; le caulinari, quelle che si trovano nella parte aerea dello stelo sono a base allargata, a margine dentato o crenulato; le superiori possono sono a forma ovale o allungate e lineari.
FIORI: Quello che comunemente viene chiamato fiore è in realtà un’infiorescenza dove la parte centrale gialla è costituita dai fiori tubulosi veri e propri riuniti in un capolino; quelli bianchi intorno, che erroneamente vengono definiti petali, sono brattee fogliari che accompagnano i fiori e hanno sia una funzione protettiva sia quella di attrarre gli insetti impollinatori.
FRUTTI: Sono acheni ovali, bislunghi, neri e con righe bianche.
HABITAT: E’ una pianta che cresce spontanea nei prati, ai bordi delle strade, nei boschi radi e nei fossi; ma anche nei campi e colture, in ambienti ruderali e frutteti; si può trovare fino a 1500 metri slm.
COLTIVAZIONE: Si adatta a qualsiasi clima ed a qualsiasi tipo di terreno; è semplice da coltivare sia negli orti che nei giardini in terra, per abbellire le aiuole o le bordure, ma anche in vaso poiché non necessita di particolari esigenze.
ESPOSIZIONE: Le piante di margherita vanno posizionate in un luogo soleggiato o semi ombreggiato e hanno bisogno di essere bagnate in maniera regolare lasciando che si asciughino tra un’innaffiatura e l’altra.
PROPRIETA’: Antispasmodiche, diuretiche, toniche, vulnerarie.
SALUTE: Secondo la medicina popolare la pianta attenua gli spasmi muscolari, rilassa il sistema nervoso, calma la tosse, stimola la diuresi, ha un’azione antinfiammatoria ed un effetto cicatrizzante.
IN CUCINA: I germogli primaverili possono essere aggiunti alle insalate, ma devono essere usati con parsimonia.
CURIOSITA’: Gli inglesi chiamano la margherita “eye daisy” ovvero “occhio del giorno” perché ha la capacità di chiudersi in assenza del sole e di riaprirsi quando esso riappare.
Nel Medioevo le dame innamorate decoravano lo scudo del cavaliere amato con delle margherite, mentre per acconsentire ad una proposta di matrimonio si cingevano il capo con una corona degli stessi fiori.
Creatività
Tempo fa avevo visto in rete questi quadretti di fiori fatti coi sassolini… E poiché in questo periodo mi sono dedicata a dare qualche tocco di colore in più alla mia cucina, ho deciso di aggiungere un’altra margherita sui muri della stanza, ma in una “veste” nuova.
Occorrente:
- tavoletta di legno stretta e lunga (io avevo il “solito” pezzo di recupero, anche un po’ rovinato questa volta, della misura di 10,5 x 49,5 cm);
- mordente per il legno;
- pennelli;
- acrilico bianco, acrilico giallo limone e acrilico giallo ocra;
- carta vetrata;
- vernice trasparente all’acqua;
- smalto bianco e smalto giallo all’acqua (ho utilizzato lo smalto perché lo avevo in casa);
- smalto bianco e smalto giallo per unghie;
- 7 sassolini dalla forma un po’ allungata e 1 di forma tonda (io ne avevo alcuni raccolti in spiaggia tanti anni fa, quando ancora qualche volta andavo al mare);
- rametto di pianta (io non avevo quello della misura adatta: ne ho approfittato per andare a fare una bella passeggiata nel bosco!);
- colla vinilica;
- acrilico verde smeraldo e acrilico verde scuro;
- pistola per colla a caldo e colla a caldo;
- un appendino;
- colla a presa rapida.
Procedimento:
1. Per prima cosa ho dato una mano di mordente alla mia tavoletta di legno, non troppo scuro, di modo da poter poi colorarla successivamente.
2. Una volta asciutto il legno, con gli acrilici gialli, ho ottenuto la tinta desiderata (che si avvicinasse all’incirca alla tonalità del tavolo di cucina) e dato due mani di colore, lasciando asciugare tra una mano e l’altra.
3. Nel frattempo ho preso i sassolini scelti (la mia margherita avrà sette petali!) e con gli smalti per unghie (che uso praticamente solo per i progetti creativi invece di pittare i miei artigli!) ho colorato i petali di bianco e il capolino di giallo (un paio di mani).
4. Per dare alla mia tavoletta un aspetto usurato ho dato una leggera carteggiatura al legno e poi, per mettere in evidenza un tantino le sue venature, ho sporcato il pennello di smalto bianco lasciando qualche tocco tra le trame del legno, così poi anche con lo smalto giallo.
5. Sono passata poi al gambo del mio fiore: con diversi rametti raccolti durante la mia passeggiata ( ne ho trovati di ideali!), corti e sottili, con la colla vinilica sono andata a comporre lo stelo della mia margherita, aggiungendo un paio di piccole gemme dove le volevo.
6. Una volta che mi sono assicurata che la colla avesse tirato e adempisse al suo compito ho colorato il gambo con l’acrilico di due tonalità di verde differenti: più scuro alla base, mescolandoli insieme in alcuni punti, e più chiaro per i “finti boccioli”.
7. Sulla tavoletta e sullo stelo ho dato una mano di vernice trasparente all’acqua per renderli un po’ lucidi come i petali e per proteggere il colore dai “fumi della cucina”.
8. Una volta asciutta la vernice sono passata ad incollare sul legno tutte le parti che compongono il fiore: il gambo con la colla vinilica (sopra il quale ho adagiato due grossi libri come peso, per tenerlo fermo durante il tempo di asciugatura) e i petali con la colla a caldo.
9. Per ultimo ho aggiunto con la colla istantanea, sul retro del mio quadretto così formato, un appendino per poterlo attaccarlo al muro.
il quadretto al muro
Ed ecco il risultato finale: